Gli Alberghi al tempo del corona virus, Prima parte.

Per prima cosa, quello che conta, davvero, è la salute, questo articolo non vuole avere un secondo scopo, solo aiutare qualche albergatore che si sente confuso o dare qualche nuova idea per resistere.

Chiarito questo mi sento di gridare con forza, bisogna resistere! Sono tempi difficili, per questo, bisogna avere tutte le informazioni giuste per commettere meno errori possibili. Ho ascoltato con piacere la diretta Facebook di AlbergatorePro, in cui davano il loro contributo un commercialista, un legale, un consulente del lavoro e un dirigente bancario, se volete la potete riascoltare con questo link.

Ieri sera ho ricevuto un messaggio da mio fratello, che vi allego, riguarda la problematica molto sentita riguardo il comportamento di Booking.com e altre OTA sulle cancellazioni.

Plaudo a chi fa qualcosa per aiutare la categoria, sempre.

La prima cosa che dovete fare è (per gli alberghi che sono aperti) capire se vale la pena chiudere, restare aperti o entrambe le cose.

Bisogna solo capire se tenendo aperta la struttura si coprono i costi variabili, faccio un esempio: hotel di 100 camere in provincia, ha 8 camere che non possono partire (voli cancellati, esigenze di lavoro, ….), l’albergatore chiude tutti i piani con l’esclusione del primo piano, tutti i dipendenti a casa, e tiene l’albergo aperto nei solo orari in cui serve una presenza. La mattina per la colazione, la sera per la cena e poi chiude.

Ovviamente devia le chiamate sul suo cellulare, e applica tutti gli accorgimenti per minimizzare i costi e i disagi per i clienti (che sono molto più tolleranti di quello che pensiamo), quindi i costi variabili sono la lavanderia, la pulizia delle camere, i prodotti per la colazione, senza andare troppo nello specifico il fatturato generato copre assolutamente i costi variabili e “partecipa” a coprire i costi fissi, quindi diminuisce la perdita.

Certo bisogna fare noi quello che non siamo abituati a fare, inventarsi qualcosa di nuovo, ragionare con una mentalità nuova, non pensiamo al passato, cerchiamo di vedere le cose da altri punti di vista, nuovi punti di vista.

Come qualche albergatore che è andato dai Carabinieri ad un posto di blocco, gli ha portato una cassa d’acqua e gli ha comunicato, nel caso ci sia qualcuno che ha bisogno di soggiornare, che il suo hotel è aperto, gli hanno mandato un paio di camere! Ha inviato mail agli ospedali con un offerta a prezzi politici per alloggiare infermieri e dottori che devono assumere, o fare colloqui, ecc… , insomma pensare a chi può essere utile una struttura aperta.

Quello che ho scritto finora vale solo per chi trova le condizioni per stare aperto, agli stagionali o gli hotel chiusi, consiglio di rimanere chiusi fino a quando non si verifichino le condizioni economiche minime. Quello che si deve fare è lasciare aperte le vendite, magari accordandosi con alberghi vicini, inutile avere 2 strutture con 5 camere ciascuno, meglio una da 10, e tenere aperti a rotazione, una settimana ciascuno, 10 giorni, 15 giorni, pensate ad una condizione che vada bene per entrambi.

Mi scuso in anticipo per gli albergatori stagionali che hanno già pagato l’affitto per la stagione 2020, per loro la partita è più complicata, spero possano trovare un padrone di casa illuminato e accomodante!

Per chi ha sottoscritto un impegno per la gestione/affitto di una struttura che deve ancora aprire ci sono le condizioni legali per poter svincolarsi dal contratto, consiglio di affidarsi ad un legale per un parere professionale.

Come sempre rimango a vostra disposizione per qualsiasi consiglio, sempre a titolo gratuito, per quello che posso, il mio cellulare è 3665067296.

Per ora è tutto, buon lavoro e saluti

Antonio